L'Uomo

mercoledì 1 agosto 2012

LETTERA AD UN AMORE SFIORATO

Luce di candela
si fa piccola, ma non si spegne
mentre aspetta il vento di primavera
da sud  per tornare a splendere
nelle notti di inverno in un ricordo.
Apri e chiudi le gambe nervosamente
mentre non sai che fare,
il giorno si fa notte, di nuovo giorno
tutto sembra scorrere lento.
Così ti ho colta sul mio cammino
come un girasole tra le pietre,
lungo le strade che corrono veloci,
così ho sentito la carezza di amore
che arriva improvviso.
Ho curato le tue ali, ci siamo fatti compagnia
ma nulla è valso ad unire un cammino.
Ho ritrovato un tuo messaggio, diceva tvb,
per quanto tempo ci ho creduto veramente
ed è per questo che ti scrivo ancora
nonostante la mano faccia fatica
anche se le parole per te
sono acqua che ti sfiorano,
basta un colpo di fazzoletto
e torni asciutta.
Mi sono destato nelle afose notti di luglio
ed ho compreso facendomi male all’anima
che tu sei solo fumo di sigaretta
fragranza di gelsomino,
passi in fretta e non lasci niente.
Mi sono destato nelle afose notti di luglio
mi sono voluto far male
riprendendo a sognare oltre il tempo.
In certe sere uggiose, lontano da casa
me ne resto buono in sintonia con il pensiero
che a volte si veste d'autunno
riposa tra la brace dimenticata in giardino.
So solo scrivere poesie,
ma ci metto il cuore, forse troppo poco per te,
so solo vibrare al canto di un fiore,
forse non è il massimo per te
ti sto dicendo addio
e non mai troppo tardi.

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