L'Uomo

mercoledì 12 dicembre 2012

IL CAPPELLO DI PANAMA IMMAGINARIO


Devo trovare un significato a tante cose,
tiro giù il mio panama immaginario
nascondo gli occhi al sole,
non devono brillare le mie lacrime.
Si resta sospesi,
tra la paura che l'inverno non finisca mai
e il desiderio della primavera,
io la sto ancora aspettando nonostante tutto.
Danzano i versi
che nascono dal cuore come le gemme di primavera,
scivolano sul pianoforte della vita
danzando tra i tasti bianchi e neri,
rubano un po’ di colore all'anima.
Stasera il poeta è stanco
le sue mani non raccolgono versi,
non danno vita a un anonimo foglio bianco,
il poeta li lascia andare,
lascia che si mescolino nel pensiero di una sera qualunque,
un po’ uggiosa, un po’ spenta,
mentre aspetta che qualcuno torni a sedersi accanto a lui,
quando il mare mette il vestito della festa
parla al cielo e tutto sembra leggero.
La rosa magica resta lontana
trafitta dal raggio di sole
non riesce ad accarezzare il cuore
che vibra dal freddo delle carezze mancate.
Il poeta è l’uomo,
abbassa il suo panama immaginario
resta in silenzio,
non ha te questa notte,
resta come il guardiano del faro
che vive d’attesa vivendo,
attento al mare in tempesta
vigile sul giorno che sarà,
certo che qualcosa cambia
sempre.

(Grazie a Francesco per la splendida foto)

Nessun commento:

Posta un commento