L'Uomo

giovedì 27 giugno 2013

POETA SENZA CETRA

Alzo gli occhi al cielo,
questo cielo
che mi ha visto mare,
questo cielo
che mi ha visto notte.

La malinconia
con mani di rugiada
vela gli occhi
con le sue gocce di cristallo.

Il  pianto delle stelle,
che corrono nel nero silenzio;
cerco  il colpo d'ala d'un gabbiano
che lieve si posa sull'anima,
portando il senso d'infinito.

Danzo scalzo con la pioggia
al ritmo del tuono,
m’arrampico sui steli delle rose
graffiandomi con le spine,
folgorato dalla luce di un lampo.

Apro il petto
per liberare un dolore antico
e chiamo te;
la voce si perde
nel fragore dei passi
sui marciapiedi,
cerco disperato
di squarciare le nuvole
con i respiri
dei miei pensieri,
cerco la luce dei tuoi occhi.

Alzo gli occhi al cielo,
questo cielo
che mi ha visto mare,
questo cielo
che mi ha visto notte.

Se potessi
ti porterei un bacio,
spighe di grano
per adornare i capelli,
rimarrei incantato
mentre la brezza di giugno
intreccia i tuoi capelli
e i pensieri si perdono
in voli troppo grandi.

Poeta senza cetra
resto senza parole,
resto qui e albeggio.


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