L'Uomo

venerdì 27 dicembre 2013

EMOZIONI DI DICEMBRE

PENSIERI DI SANTO STEFANO

Soffia forte il vento dal mare,
quasi a volersi portare via
gli avanzi di questo natale
che lento si spegne
sulla carta accartocciata,
dimenticata
da una gioia effimera a terra,
mentre tutti i visi
si inventano espressioni di circostanza,  
abili bari del poker della vita.  
Io, controcorrente, contro pensiero,
parlo al cielo stellato
povero pazzo di un poeta da quattro soldi,   
mentre ricompongo il mio viso
che si è nascosto nelle luci profane.
Mentre scrivo distratto una poesia,
l’ombra dei miei demoni
lenta si affaccia,
adombra le stelle,
una manciata di umida sabbia
disegna una piccola emozione
sulle mani ruvide,
torno così a vedere
il sorriso della regina luna.
Ho riposato i pensieri
l'ardire del vivere,
ha riposato il mio panama
in attesa di continuare il viaggio.
Sono fermo, immobile
ma non di cuore.



VIENE NATALE 

Viene Natale,
penso ancora ai tuoi occhi,
nascosti a malapena
da un buffo cappello di lana rossa.
La rabbia per una vita che scivola via
si sciolse con il mio sorriso.
Le tue parole
dietro le lancette nere del tempo,
“vivi la vita senza stancarti mai” ,
quell’ultima carezza
che porto con me,
mi fa sentire meno solo.

IL GUERRIERO 

A volte si fa troppo dura,
senti come se la vita ti strattonasse,
fino a farti cadere;
senti come la vita fosse
un abito stretto che non va più,
una lampadina fulminata nel lampadario.
Si alza  lo sguardo in alto,
si cerca in cielo una stella per abbracciarla.
Provare a riposare
anche se il silenzio fa troppo rumore.  Penso a te che parli alle nuvole e al mare,
mandami una stella cadente
mi sentirò meno solo in questo gelo di dicembre.
Piccole carezze di luce
sciolgono le stalattiti dell'anima,
apro la porta al mondo,
cerco di ricomporre il puzzle della mia vita
i pezzi posso trovarli là
tra i respiri delle emozioni.
Si lavora sempre su stessi,
l'indifferenza di un mondo chiuso in se
uccide ogni giorno un po' di noi.
Si alza la nebbia
e' ora di vivere anche se fa male.
Il guerriero barcolla
ma la lancia è il suo appoggio,
non è mai finito il giorno
sino a quando non abbracci un tramonto.


IL QUARANTESIMO MIGLIO 

Una specie di ballata prima di tirare il fiato e riposare tra i respiri del Natale, una specie di canzone dell'uomo squilibrato equilibrato, sono stanco soprattutto di testa e ho solo voglia di pace. 

Non so cosa fare della mia vita,
ora che la vela ha passato il quarantesimo miglio,
per ora coloro arcobaleni
che nascono dal cuore e sfiorano il cielo,
gioco con le parole per creare emozioni di rugiada
che possano accarezzare cuori.
Io sono così,
figlio di una malinconia evidente,
di un sogno d'estate,
di un unico momento d'amore.
Sono lo squilibrato equilibrato,
sono negli abbracci dimenticati,
nelle carezza negate,
sono fiore che rasserena lo sguardo,
sono nei silenzi che non sai ascoltare,
sono mano che scende lieve
sui pendii del tuo corpo
nelle notti ubriache di passione.
A volte non mi stanco di dipingerti,
alle volte sei aurora sul mare
alle volte sei notte sull’anima.
Non mi sono neanche accorto
che sei passata,
prendo casa in una conchiglia e aspetto.
Cosa ?
non lo so nemmeno io,
intanto imbocco le coperte all’anima,
in questo inverno sente molto freddo.

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