L'Uomo

venerdì 30 maggio 2014

PENSIERI DI MAGGIO

IL RESPIRO DELLA SERA

Ho sfiorato
il respiro leggero
della tua anima
mentre la sera dolce
cerca di quietare un senso di malinconia.
Ti sei posata leggera,
come petalo di rosa
seta odorosa di terra e cielo
sulla mia pelle ruvida.
Hai chiuso gli occhi,
ho sentito il mare
del tuo cuore arrivarmi addosso.
Per un momento ti ho sentito leggera,
abbi sempre cura di te,
abbracciami quando hai voglia,
lascia liberi i tuoi colori.
Tocco con mano
le cicatrici della vita sulla tua pelle
la mia dita portano una carezza di un vento nuovo
o semplicemente un attimo di eterno.
Ti tengo stretta,
ti nascondo alla notte,
il domani può aspettare.


L'ARABA FENICE


Foto offerta da Francesco Nigri 

Ti ho incontrata terra di mare,
ho planato leggero sulla tua pelle
chiudendo le ali in un abbraccio.
Ho vissuto cibandomi del tuo sorriso,
il sole sembrava non stancarsi mai
ma il vento di tramontana
non proclama il suo arrivo.
Mi sono alzato veloce in volo
giusto in tempo per vederti scomparire,
senza neanche salutare.
Una volta avrei pianto alla luna, 
ora ho imparato a vivere.
Non ho mai chiesto nulla
se non quell’attimo che non c’è,
che da un senso
ad un peregrinare incerto.
Ci saranno altre terre,
il viaggiare mi stanca,
il tempo rallenta solo il battito d’ala
non certo il suo ardore.
Scivolo leggero giocando giocondo con un delfino.
So andare oltre la apparenze,
colgo il respiro del tempo
nei giochi di luce della sera annunciata
e continuo a volare.

UNA MARGHERITA FA SEMPRE LA DIFFERENZA

Sto parlando al vento,
in questo sonnacchioso pomeriggio di maggio,
brusio d'ala delle farfalle albeggia campestre.
Il vento,
bisbigliare quasi burbero
mi rimprovera di credere ancora alle favole,
di credere che le persone
possano darti una carezza solo per la gioia di dartela
senza chiedere altro in cambio.
Il suo borbottio,
eco dei rimbrotti dei padri
che ho sempre vissuto per sentito dire
ma mai sulla pelle.
Forse ha ragione
ma io son così,
che ci vuoi fare, amico vento,
credo ancora che una margherita possa fare la differenza.
La fronda di un albero si china
mi porge un sorriso schiuso in germoglio.
Io sono la vita
senza amore non so stare,
arriverà anche per me quel senso d'infinito.
Speravo fossero i tuoi occhi ma va bene così,
anche se ti sei fatta beffa della mia ingenuità,
magari proprio ora stai ridendo di me.
La sofferenza mi ha modellato e reso uomo
vado oltre la tua piccola miseria,
non porto rancore, ti lascio un sorriso.



MI FERMO QUA 

Vorrei donarti una carezza in una foglia
che scenda dal tuo viso
si perda nell’armonia dei tuoi seni,
sino a scendere per le gambe
lungo il sentiero che porta alla passione.
Vorrei stringerti le mani  
danzare un bolero pelle su pelle in silenzio,
solo il frinire delle cicale,
il sospiro dei fiori,
mentre le labbra si trovano nell’incantesimo della passione.
Vorrei dormire vestito della tua pelle e della notte,
lasciare fuori il crepitio della notte.
Ora chiudi gli occhi
 lasciati andare,
le lancette del tempo sono ferme,
resta la passione a scandire i nostri respiri.
Domani sarà altro
e la notte mi duolerà non averti accanto.
Ho il respiro di te sulla pelle
riesco a trovare la forza dimenticata
di un vivere in salita senza acqua.
La passione, sì la passione
ci salva dai ladri di colore
che vorrebbero che le nostre menti
fossero dedite al non pensare.
Noi siamo vivi oltre la tempesta
Ci perdiamo ci ritroviamo in un lembo di pelle.
Ora posso appoggiare la penna nel cassetto del cuore,
provare a respirare, capire chi sei.
Ora posso appoggiare la penna tra le fronde dell’anima
e tacere, forse mi cercherai
allora si che potrebbe cambiare qualcosa.

1 commento:

  1. Ciao Massimo, è un piacere ritrovarti, io sono riuscito a trasferire tutti i post dal 2004 di myblog su blogspot ma ormai non è più come una volta che era tanta la voglia di pubblicare e scrivere poesie, cosa che faccio raramente, mentre rimane il mio sito www.pulvigiu.net dove ci sono quasi tutte le mie poesie.
    Un caro saluto da Giuseppe alias pulvigiu.

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