L'Uomo

giovedì 18 settembre 2014

SOLO LA PAROLA VINCE

Senti  come è calda questa notte di luglio,
mormora il mio compagno di birra e tequila.
Sentirai domani quanto lo sarà,
rispondo mentre stringo con orgoglio il mio passamontagna,
nero come la notte
nero come i miei pensieri.
Oltre le stupide bandiere arcobaleno,
faremo vedere come si combatte la guerra,
le dita accarezzano una spranga
che non riflette la luce di una stella.
Tutti contro la globalizzazione,
ma poi cosa sarà questa globalizzazione,
il nostro nemico è lo stato
ma cos’è poi lo stato ?
Accarezzo leggero il mio tatuaggio
ACAB
i miei nemici, i servi in divisa
ACAB
il mio urlo di ribellione.
Vedrai domani sapranno chi siamo.
Aurora mista ad adrenalina
Neuroni fuggiti da teste vuote
dimenticate dai pensieri,
Prima una banca, poi un auto, poi un cassonetto
Vogliamo lo scontro contro i servi.

“Questi servi in divisa
che lasciano scivolare il manganello leggero
anche quando non serve,
tipica arroganza dell’uomo che tiene il potere.
Il mondo  osserva dal su caldo oblò,
senza sapere,
ma quando si danza con la morte
e hai un figlio da sfamare
non puoi pensare.
O tu o lui,
magari in fondo non vorresti,
ma lui sorride
nascondendo il viso, ti provoca.”

La città è in ginocchio
noi con il passamontagna  ci sentiamo supereroi.
Finalmente una camionetta rimane indietro,
si si ci siamo,  diamo una lezione.
Una pietra Due pietre  Tre pietre,
poi le spranghe poi un estintore.
Guardo negli occhi il mio nemico
ha il mio viso giovane
ma il mio carnefice deve morire,
carnefice chissà poi perché.  
Magari ha i miei stessi sogni,
ma ormai ci siamo.
Poi un sibilo, piccolo boato rumoroso  nelle urla della piazza.
Giaccio a terra senza vita.
Sono un martire ?
No
Sono una vittima ?
No
Non dedicatemi piazze
la mia fu solo pazzia.
Forse un esempio per le gioventù a venire,   
solo la parola vince non la violenza.

Nessun commento:

Posta un commento