L'Uomo

martedì 4 novembre 2014

IL PANAMA TRA LE STELLE

Scendo lungo la riva della notte
cercando la carezza della luna
tra gli steli di rugiada
che si fermano sull’anima
velando uno sguardo.
Panama sull’anima,
inquietudine gitana
ansia per i dotti,
quasi a vergognarsi di un pensiero triste.
Rosa di emozione,
che dondola sfiorando una mano;
prendo il Panama e lo appoggio ad una stella,
mi sdraio accanto a questa meraviglia
che si veste di raggi di luna.
A te apro il cuore, libero ciò affligge.
Era il giorno dei morti
quando seppi che il suo essere ombra fisica svanisse
e si perdesse nell'oblio dei defunti.
Rimasi senza parole,
appoggiato al bancone di un bar,
eco di mattini lontani, vuoti senza emozioni.
Mi sentii fregato,
dopo tanto rincorrere
la certezza di non prenderlo mai più.
Si ferma il respiro,
un singhiozzo rimane dentro,
vorrei aprirmi il petto questa notte
far vedere al cielo
cosa la sua miseria d'uomo ha lasciato nel cuore.
Preferisco lasciarti versi amari, versi di speranza,
la mia piccola arte di sarto delle emozioni
quasi a volerti tormentare,  tu non puoi riposare sereno.
Abbraccio una donna con tutto l'amore che ho,
mi aiuta a sentire meno il peso di questo dolore.
Ad egli, semplice comparsa di un atto d’amore
devo qualcosa,
non un grazie per la vita che diede,
ma la conoscenza di quello che un uomo non deve essere.
Questo in parte mi consola.
Poi silenzio, la rosa lascia un petalo sulla mia mano,
e’ per il mio amore. 


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