Si vive sempre un tramonto prima di morire,
sospesi tra la rugiada e la salsedine,
ruotando una bottiglia
magia di un gioco di mano
mentre la movida freme impazzita senza senso.
Questi di giugno, sono i giorni del ricordo,
di sorrisi che non trovi più camminando per strada,
di angeli senza ali
volati troppo in fretta al di là dell’orizzonte.
Proprio in questi giorni
ti fermi sotto la grande quercia e pensi.
Quel senso di libertà che fa eterno l’istante,
questo nostro planarci sull’anima,
quasi a raccoglierci
prima della carezza della povertà d’animo dell’oggi.
Noi siamo luce, bocciolo che splende
tra la luce dei lampi
perché sa che presto sarà un giorno nuovo.
Fermo l’andatura
ti respiro comunque
nell’insostenibile leggerezza dell’essere.
Posso anche tremare, farmi male
ma la tua carezza
è la carezza dell’angelo della vita,
cosi nasce la poesia della notte.
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