L'Uomo

domenica 25 ottobre 2015

IL PROFILO DI ROMA

Ognuno ha la sua croce,
i suoi sassi d'inciampo lungo il sentiero che porta al non so dove,
la gioia è racchiusa nella fragranza del pane sfornato
che assapori tra le tue lacrime e sorrisi.
Questo lavoro che mi porta lungo le vie della vita,
osservo Roma, che sembra sonnecchiare adagiata sull'orizzonte,
caos su ciottoli testimoni del tempo dell’impero,
giusto la carezza del Tevere che lento scorre porta conforto
come un infermiera al capezzale di un malato.
Seduto in un angolo di periferia,
danzano le parole con il respiro dell'anima.
Un letto scatto che aspetta la prima carezza del giorno,
le lenzuola anonime scendono veloci dal letto,
mentre fuori le auto sono vestite di brina.
In fondo la strada, la tua strada non sai mai qual'e'
ti perdi nel traffico caotico dei pensieri vuoti.
Avrei bisogno di un po' di argilla
per lasciare libera la fantasia,
tornare bambino per sentire ancora la magia del cos'e'.
Un po' quando mi accoccolo tra le tue braccia
e mi vesto d'eterno
tutto diventa leggero.
In fondo la poesia non è che un’emozione,
il poeta il sarto che la veste di parole.

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