Stasera
finalmente l’umidità smette di abbracciare le ossa,
in
fondo l’età non è solo un numero.
La
luna è assente, il tepore di una stufa ha il sapore della vittoria.
Così
scrivo a te Babbo Natale, come facevo da bambino,
tranquillo
non voglio niente, scrivo come se scrivessi ad un amico.
Forse
l’unica cosa che vorrei è sentirmi più sereno,
sì
lo so, come padre premuroso, mi diresti dipende da te,
ma
tu sai che oggi come oggi non è facile,
viaggiano
tutti senza la luce del cuore
e
si fatica a trovare anche un sorriso.
Tu
pensa piuttosto all’amore mio,
portale
una ghirlanda di stelle e una rosa al centro,
portale
sempre una luce di speranza.
Mi
sento un po’ egoista, ma ora voglio pensare a me,
troppo
spesso si pensa altri dimenticandosi di se.
Quest’anno
comunque mi hai fatto un gran regalo,
una
firma importante, il mio libro, le mie emozioni stampate,
poco
importa se passa inosservato,
poco
importa se la gente con la lingua è brava
ma
con i fatti un po’ meno,
quando
hai bisogno di un cerino non trovi mai nessuno,
pensiero
banale ma pur vero, ormai ho fatto il callo,
si
sorride davanti e si accoltella di dietro,
sai
in fondo non è una leggenda metropolitana.
E’
vero quest’anno ti sei preso un po’ di salute
ma
tranquillo sono gagliardo non smetto mai di lottare
tutt’
al più mi fermo, respiro e riparto.
Mi
basta stringere l’amore mio
gran
bella cosa l’amare e essere amati.
Sai,
se mi guardo attorno
mi
accorgo che l’orologio gira al contrario,
troppa
gente che soffre
ma
sai, finché comanda l’uomo e non il cuore
sarà
difficile, non resta che una preghiera.
Ora
ti saluto, con un abbraccio,
magari
arriva la neve,
intanto
l’apprendista poeta
continua
a rubare parole per vestire emozioni.
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