L'Uomo

martedì 17 gennaio 2012

Quel senso di vuoto

Quel senso di vuoto
latente suadente
come lo sguardo delle rose di primavera,
scende lieve la nebbia
sembra voler addormentare
quel senso di dolore
che ha sempre segnato il mio cammino.
Come edera
tra le grate
che forte si arrampica
per cercare la carezza del sole
piano piano s’espande
così il mio vivere
attaccato alla vita
nonostante la pioggia
nonostante il sentirsi
figlio di nessuno
con un arcobaleno
come compagno di viaggio.
Petali di margherite come pasto
acqua piovana
delle pozze dimenticate
a dissetarmi.
Ho raccolto un foglio
ho rubato una piuma ad un oca
ho intinto dall’inchiostro del cuore
per disegnare emozioni
per svelare malinconie
per parlare d’amore.
Ho camminato per notti intere
cercando la luce
trovando la forza
nell’anima
e quando non ce la facevo
ho riposato ai piedi di un albero
parlando con il vento tra le fronde.
Questa sera
spengo la luce
riposo
non ho voglia di ascoltare
il mondo intorno a me.
Mi fanno compagnia
i mille pezzi di un puzzle
l’anima si sazia di silenzio
sarà un momento
come tanti.
Avrei bisogno della tua carezza
di dormire sulle tue gambe
mentre mi accarezzi i capelli.
So già
che l’unica carezza
sarà quella di una stella,
sarà di un sogno
che riga il cuore
che sanguinante
cerca il mare
per curare le ferite.
Nonostante tutto
sono ancora qua,
anche se a volte mi pesa
questo vivere
coast to coast
senza conoscere mai
l’essenza della bonaccia

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