L'Uomo

martedì 9 ottobre 2012

IL RESPIRO DEL CRESCERE


La vertigine di te
è un vento di fuoco sull'anima,
il desiderio è un cavallo da domare,
cado ma riprovo,
poi avverto la tua essenza
e parlo al tramonto.
Vorrei viverti per un momento
prima che la stella cadente saluti il cielo e abbracci il mare,
farebbe bene al mio vivere randagio,
nei tuoi occhi l'inquietudine placa il suo urlo.
Rimango come l'uva di settembre,
aspetto una dolce essenza per essere colto
e riposare in pace con i miei sensi e le mie miserie di uomo.
A volte nessuno s’accorge del respiro del mio dolore silente,
come mani su tamburi lontani
batte batte sul cuore
la luce non arriva all’anima.
Ci vorrebbe il profumo buono della tua pelle
del tuo sorriso scanzonato
quasi a volermi farmi male
per farmi uscire dal tedio di Baudelaire.
So rimanere al mio posto,
ora il poeta è stanco
vuole riposare
tra l’assonanza dei versi
che ha lasciato nel suo cammino,
vuole riposare
nel respiro della rugiada
che accarezza una foglia,
vuole riposare
nei giorni vuoti della vita.
Il poeta è stanco
riposa tra le crepe del tempo,
dimenticate dalle emozioni.
Coglierà ancora una volta
l’essenza di un’aurora
senza fretta.
Fa male pensare a te
come un domani mai
sta già passando
di un dolore colgo il respiro per crescere.


Nessun commento:

Posta un commento