L'Uomo

sabato 5 ottobre 2013

TU CHE TORNI

Tacere,
non è il silenzio della resa.
E' il rumore della contemplazione dell' infinito.
Sei goccia di rugiada
che si perde lungo il viso
che lieve scende come sussurro di neve
portando con sé lacrime  
disegnando un fiore sulle tue labbra.
E' la stessa emozione di sempre,
trovarti tra i ricordi
che abbracciano i giorni che vengono,
mi perdo nel suono della tua voce
che vibra nelle valli dell’anima.
Stremato
riposo tra il respiro dei fiori e la carezza di malinconia,
eco lontano il fruscio d'ala
del tuo respirare sui miei desideri.
Non senti che ti cerco,
che lascio petali d'incenso sul tuo cammino,
che dolce cingo le tue spalle negli autunni infiniti.
Dammi un bacio,
dimentica il passato,
chiudilo nella mia mano,
soffierò forte, talmente forte,
che la tua anima sentirà il saluto di certi giorni pesanti
che scivolano e danzano
con la pioggia lungo le vie che poi si dimenticano.
Mi ritrovo davanti a te,
navigante senza tempo, senza orientamento,
solo l'abbraccio d'infinito di mare e cielo

tra la salsedine e il profumo buono dell’emozione della tua pelle.


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