L'Uomo

mercoledì 23 aprile 2014

APRO LE BRACCIA E VOLO

Profuma di nuovo la tua pelle,
non potevo non fermarmi
nel cammino veloce del tempo.
Hai ondeggiato vanitosa,
ma poi hai chiuso i tuoi petali
negando all’anima
di poter parlare attraverso il mare.
Mattino di risurrezione,
mattino solitario,
libero dai pensieri color nebbia
libero da certe essenze
che inebriano graffiando la pelle.
Apro le braccia e volo,
torno alla terra senza sapere quando sarò polvere.
Ho tante cose da fare,
darti un bacio prima che si faccia notte,
abbracciarti per donarti l’infinito,
ma non ti affiderei ancora la mia vita.
Ti lascerei una conchiglia sul cuore.
e riottoso proverei a ondeggiare come fiore lontano da te.
Sto preparando i colori,
troppe volte mi hanno ucciso,
ma io testone resto qua,
mi hanno tolto la fanciullezza,
eppure so ancora sognare.
Provo ancora gioia
a portare una carezza a un randagio
che mi assomiglia nell’abbaio alla luna.
Le mie emozioni hanno sempre un sapore salato,
ma sono mie, ma non riesco a trattenerle.
Continuo a vivere come un fiore che nessuno vede,
ma senti solo la sua essenza.

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