L'Uomo

venerdì 22 gennaio 2016

ICARO


Come Icaro
mi perdo
nel labirinto disegnato dal destino.
Senza ali, senza api,
solo il cielo da ammirare
e gessi colorati, i miei sogni.
Disegno sui muri di questo dedalo
forme involute,
mentre lento cammino verso l’uscita
senza sapere dove andare
cieco senza pace.
Profumo d’oleandro,
fontane in fiore
vestite dalle ninfee,
trova riposo il mio viso
rigato dal dolore.
Eppure sorrido quando osservo la forma di una nuvola,
quando poi mi accorgo che questi muri sono di carta,
poi ci sei tu con il tuo amore vero
vestito di lino e stelle.
Magari nevica così ti posso regalare diamanti di ghiaccio,
magari improvvisa arriverà la primavera
ed io ti porterò l’essenza dei prati.
Icaro senza api,  senza ali,
ho il tuo odore addosso,
i nostri gessi colorati,
il resto non conta.
Sembra senza significato,
eppure siamo sospesi tra il sole e la luna
dentro noi a darci un senso
anche quando la vita ti percuote
come un ramo d’olivo
e noi percossi sveliamo il nostro frutto più bello. 

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