L'Uomo

lunedì 11 aprile 2016

COME ARCOBALENO



Scivolo piano sullo spartito della vita
di una chitarra senza corde,
dimenticata sulla via che porta al cielo,
vinta anche lei dal nero di certi notti.
Pagine che il tempo ha ingiallito,
note mute su pentagrammi mai scritti,
mentre una mano d’angelo
portava argento tra i capelli.
Diventi uomo,
mentre le orme dei  passi sulla sabbia
si fanno più grandi,  
mi trascino lento,  
questa storia avara di sorrisi.
Il futuro porta petali di fiori senza nome,
la luce delle stelle brilla nel riflesso dei tuoi occhi
portando un ramoscello d’ulivo
per far pace con me stesso.
La sera fa ancora fresco,
non veste il calore della primavera,
accendo un falò per prepararmi al mattino
dove fatico a recitare un ruolo
che vada contro la mia natura,
faccio fatica a indossare sorrisi di plastica
perché la vita a volte è così bastarda,
si diverte a lasciare cocci di vetro sul tuo cammino.
Sto pensando a noi, al nostro domani da inventare,
l’idea del nostro domani che mi aiuta a non morire dentro,
quegli scampoli di felicità che riusciamo a vivere
brevi ma intensi, brevi e veloci,
mentre aspettiamo senza elemosinare il nostro quotidiano,
Per noi non sarà mai facile nulla,
già.
Provo ad aggiustare questa chitarra
con corde di lino profumate di salsedine,
domani al tuo risveglio
vorrei farti trovare una dolce melodia senza parole,
si senza parole basta il respiro del cuore
tu lo sentiresti come un dolce richiamo

come un arcobaleno che accarezza noi.  

Nessun commento:

Posta un commento