L'Uomo

lunedì 2 maggio 2011

UN UOMO IN CAMMINO

Sono uomo in cammino
verso il temporale,
la pioggia cade
fa male
ma non sento niente,
chiuso in me
in un urlo di dolore
che scuota la terra
che fa chiudere
i primi fiori di primavera.
Seguo con gli occhi
un fulmine,
attendo il boato
di un tuono per scuotermi,
le sconfitte
rendono l’uomo forte,
non mi è dato conoscere il mio passato,
mi è stata negata
la spensieratezza del fanciullo,
il dolore è grande,  fa male
ma lo terrò nascosto nell’anima.
Il 19 marzo
sarà sempre la data della waterloo della mia infanzia,
il primo novembre
solo il giorno dopo del 31 ottobre,
il silenzio di certi attimi
avrà sempre lo stesso sapore amaro
di quando ero solo con i miei soldatini.
Resto sempre
l’uomo in cammino
attento alle parole
che si nascondono
tra le fronde degli alberi
che a volte regalano un sorriso
a volte una malinconia.
Resto sempre l’uomo in cammino
pugni stretti
che si aprono per una carezza
a me
la vita ne ha negate tante
sarà più bello regalarle.
C’e l’arcobaleno
mi indica dove riposare,
spengo le stelle
per stasera
non ci sono per nessuno
neanche per me.

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