L'Uomo

mercoledì 1 giugno 2011

IN UN ANONIMO TRAMONTO DI GIUGNO

Ci sono giorni come questi
che vorrei dimenticarmi di tutto
restare con te
su un letto grande
con una finestra sul cielo
racchiusi in un abbraccio
pelle a pelle
Tu
che sei luce
della mia parte oscura,
la rosa
che nasce testarda tra le pietre,
vorrei al mattino
svegliarti con l’aroma di caffè
portando un raggio di sole
racchiuso in un fiore
e in un bacio
che non sia mai lo stesso
darti il buongiorno.
Sono qui
perso in un tramonto qualunque
a rincorrere il sole
sino a bagnarmi nel mare
per poi tornare in superficie
e baciare il cielo stellato.
Non riesco
a pensare altro,
ascoltarti
è come viverti
è come la lama di un coltello
che lenta
affonda nella carne
e il sangue discende silenzioso
sino a farti stare senza fiato.
Ascoltarti
è illudermi
che l’amore
mi porti un fiore
che sia solo mio,
questa sera
sarò mendicante della malinconia
troverò sonno
tra i vetri taglienti
di sogni infranti
all’alba
comincerò di nuovo a sognare.
 

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